Intervista censurata dal Vaticano a Mons. Marcel Lefebvre – pt. 1

La seguente intervista con l’Arcivescovo sarebbe stata pubblicata nel 1978 dalla Catholic Press se la Conferenza Americana dei Vescovi cattolici non avesse minacciato l’editore della pubblicazione con scomunica e l’estinzione virtuale della pubblicazione stessa se l’intervista fosse stata pubblicata… Di fatto, i vescovi ordinarono che nessuna testata cattolica pubblicasse questa intervista con l’Arcivescovo Lefebvre. (Un sentito ringraziamento a “SPL”, 300 Independence Ave., S.E., Washington, D.C. 20003).

 

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Lei ha dibattuto e preso parte alle deliberazioni del Concilio Vaticano II, vero?
Sì.
Non firmò e non accettò le decisioni di questo Concilio?
No. Innanzitutto io non ho firmato tutti i documenti del Vaticano II a causa degli ultimi due atti. Il primo, riguardo la “Religione e Libertà” [“La libertà religiosa” («Dignitatis Humanae») – n.d.t. ] non l’ho firmato. neppure l’altro, quello de “La Chiesa nel  ….. mondo contemporaneo”, ho firmato. Questo secondo documento è, secondo la mia opinione, il più ispirato da modernismo e liberalismo.

Lei è noto non solo per non firmare i documenti, ma anche per opporvisi pubblicamente?
Sì. In un libro che ho pubblicato in Francia accuso il Concilio di errore su queste risoluzioni, e ho fornito tutti i documenti con i quali attacco la posizione del Concilio, principalmente le due risoluzioni sulle questioni della libertà religiosa e de “La Chiesa nel mondo contemporaneo” [Costituz. Conc. «Gaudium et Spes» – n.d.t. ]
Perché lei è contro queste deliberazioni?
Perché queste due decisioni sono ispirate da una ideologia liberale tale e quale ce la descrissero i papi di sempre, sarebbe a dire, una libertà religiosa così come intesa e promossa dai Massoni, gli umanisti, i modernisti e i liberali.
Cosa obietta loro?
Questa ideologia dice che tutte le culture sono uguali, tutte le religioni sono uguali, che non c’è una sola vera fede. Tutto ciò conduce quell’abuso ed errore che è la libertà di pensiero. Tutti questi errori sulla libertà, che sono stati condannati in tutti i secoli da tutti i papi, ora sono stati accettati dal Concilio Vaticano II.
Chi pose queste particolari decisioni all’ordine del giorno?
Credo ci fossero dei cardinali, assistiti da esperti teologici, che aderivano alle idee liberali.
Chi, per esempio?
Il Cardinale [Giuseppe] Frings dalla Germania, il Cardinale [Franz] Koenig [dall’Austria]. Questi personaggi si erano già riuniti e avevano già discusso queste risoluzioni prima del Concilio, e il loro preciso scopo era quello di fare un compromesso col mondo secolare, di introdurre le idee illuministe e moderniste nella dottrina della Chiesa.
C’erano dei Cardinali americani che sostenevano queste idee e risoluzioni?
Non ricordo ora i loro nomi, ma ce n’erano alcuni. Comunque, una forza trainante a favore di queste risoluzioni fu Padre John Courtney Murray.
Che ruolo ha avuto?
Ha svolto un ruolo molto attivo nel corso di tutte le deliberazioni e la redazione di questi documenti.
Lei fece presente al Papa [Paolo VI] la Sua preoccupazione ed inquietudine riguardo tali risoluzioni?
Io ho parlato al Papa. Ho parlato al Concilio. Ho fatto tre interventi pubblici, due dei quali depositati presso la segreteria. C’erano perciò cinque interventi contro queste decisioni del Vaticano II. Infatti, l’opposizione condotta contro queste decisioni fu tale che il Papa tentò di istituire una commissione allo scopo di conciliare le parti opposte all’interno del Concilio. Ne dovevano far parte tre membri, uno dei quali ero io. Quando i cardinali liberali videro che il mio nome era in questa commissione, andarono a trovare il Santo Padre e gli dissero senza mezzi termini che non avrebbero accettato questa commissione e che non avrebbero accettato la mia presenza in questa commissione. La pressione sul Papa fu tale che egli rinunciò all’idea. Io ho fatto tutto ciò che potevo per fermare queste decisioni, che giudico contrarie e distruttive della Fede cattolica. Il Concilio fu convocato legittimamente, ma allo scopo di diffondere tutte queste idee.
Ci furono altri Cardinali che La sostennero?
Sì. C’era Cardinale [Ernesto] Ruffini [di Palermo], il Cardinale [Giuseppe] Siri [di Genova] e il Cardinale [Antonio] Caggiano [di Buenos Aires].
Ci furono dei vescovi che La sostennero?
Sì. Molti vescovi sostennero la mia posizione.
Quanti vescovi?
Ci furono più di 250 vescovi. Costoro si erano anche costituiti in un gruppo allo scopo di difendere la vera Fede cattolica.
Cosa ne è stato di tutti questi sostenitori?
Alcuni sono morti; altri sono sparsi per il mondo; molti ancora mi sostengono nei loro cuori, ma hanno paura di perdere una posizione che pensano possa essere utile in un secondo momento.
Qualcuno La sta sostenendo oggi [1978]?
Sì. Per esempio, il Vescovo Pintonello dall’Italia, il Vescovo De Castro Mayer dal Brasile. Molti altri vescovi e cardinali spesso mi contattano per esprimermi il loro appoggio, ma al momento desiderano rimanere anonimi.
Per quanto riguarda quei vescovi che non sono liberali, ma Le si oppongono e La criticano?
La loro opposizione è basata su un’idea imprecisa sull’obbedienza al papa. È, forse, un’obbedienza in buona fede, che potrebbe essere riconducibile all’obbedienza degli ultramontani del secolo scorso, obbedienza che allora era buona perché i papi erano buoni. Tuttavia oggi è un’obbedienza cieca che ha poco a che fare con la pratica e l’adesione alla vera Fede cattolica. In questo momento è importante ricordare ai cattolici di tutto il mondo che l’obbedienza al papa non è una virtù primaria. La gerarchia delle virtù parte dalle tre virtù teologali di Fede, Speranza e Carità, seguite dalle quattro virtù cardinali di Giustizia, Temperanza, Prudenza e Fortezza. L’obbedienza è un derivato della virtù cardinale della Giustizia. Perciò è ben lungi dall’essere classificata prima nella gerarchia delle virtù. Alcuni vescovi non vogliono dare la minima impressione di disobbedire al Santo Padre. Io capisco come si sentono. E’ chiaro che sia molto spiacevole, se non molto doloroso.
Suppone che il Santo Padre accetti queste particolari idee?
Sì. Le accetta. Ma non è solo il Santo Padre. È una tendenza generale. Le ho menzionato alcuni cardinali coinvolti in queste idee. Più di un secolo fa, società segrete, Illuminati, umanisti, modernisti e altri, di cui noi ora abbiamo tutti i testi e le prove, si stavano preparando per un Concilio Vaticano in cui avrebbero infiltrato le loro proprie idee per una chiesa umanista.
Crede che alcuni cardinali potrebbero essere stati membri di tali società segrete?
Non è una questione molto importante, in questo momento, se lo sono stati o no. Quello che è importante e grave è che, a tutti gli effetti, essi agiscono come se fossero emissari o servitori di società umaniste segrete.
Secondo lei questi cardinali hanno aderito deliberatamente a tali idee o vi erano inclinati da informazioni sbagliate o furono imbrogliati o un insieme di tutto ciò?
Io penso che le idee umaniste e liberali si diffusero in tutto il XIX e XX secolo. Queste idee secolari furono propagate dappertutto, nei governi come nella chiese. Queste idee sono penetrate nei seminari e in tutta la Chiesa, e oggi la Chiesa si sveglia trovandosi in una camicia di forza liberale. Questo è il motivo per cui s’incontra l’influenza liberale, che è penetrata in tutti gli strati della vita secolare nel corso degli ultimi due secoli, fin dentro la Chiesa. Il Concilio Vaticano II fu pianificato dai liberali; era un concilio liberale; il Papa è un liberale e quelli che lo circondano sono liberali.
Sta dicendo che il Papa è un liberale?
Il Papa non ha mai negato di essere un liberale.
Quando il Papa ha detto di essere un liberale?
Il Papa ha affermato in molte occasioni di essere favorevole alle idee moderniste, favorevole a un compromesso con il mondo. Secondo le sue stesse parole, è stato necessario “gettare un ponte tra la Chiesa e il mondo secolare”. Il Papa ha detto che era necessario accettare le idee umaniste, che era necessario discutere tali idee; che era necessario dialogare. In questo momento è importante ricordare che il dialogo è contrario alla dottrina della Fede cattolica. Il dialogo presuppone l‘incontro di due parti uguali e opposte; perciò, in nessun modo [il dialogo] potrebbe avere qualcosa a che fare con la Fede cattolica. Noi crediamo ed accettiamo la nostra fede come l’unica vera Fede nel mondo. Tutta questa confusione porta a compromessi che distruggono la dottrina della Chiesa, per la disgrazia dell’umanità e della Chiesa stessa.
Lei ha affermato di conoscere la ragione odierna del calo di frequentazione della chiesa e della mancanza di interesse verso la Chiesa, che, in base a quanto riferito, Lei attribuisce alle decisioni del Vaticano II. Giusto?
Non direi che il Vaticano II avrebbe prevenuto quello che sta accadendo nella Chiesa oggi. Le idee moderniste sono penetrate dappertutto per molto tempo e ciò non è stato un bene per la Chiesa. Ma il fatto è che alcuni membri del clero hanno professato tali idee, vale a dire idee di libertà adulterata, in questo caso, permissivismo. L’idea che tutte le verità sono uguali, tutte le religioni sono uguali, di conseguenza tutte le morali hanno pari dignità, che ogni coscienza è a modo suo valida, che ognuno può giudicare teologicamente quello che può fare, tutte queste sono idee umaniste di lassismo totale senza alcuna disciplina di pensiero, che conducono alla posizione che ognuno può fare come vuole.  Tutto ciò è assolutamente contrario alla nostra Fede cattolica.
Lei ha detto che la maggior parte di questi consiglieri teologici ed esperti fingono soltanto di rappresentare la maggioranza del popolo, che in realtà il popolo non è realmente rappresentato da questi teologi liberali. Potrebbe spiegare?
Con “maggioranza del popolo” intendo tutte le persone che lavorano onestamente per vivere. Voglio dire le persone coi piedi per terra, le persone di buon senso a contatto col mondo reale, il mondo durevole. Costoro sono la maggioranza delle persone, che preferiscono le tradizioni e l’ordine al caos. C’è un movimento di tutte queste persone in tutto il mondo, che sta lentamente coagulandosi in opposizione totale a tutti i cambiamenti che sono stati fatti in nome loro, alla loro religione. Queste persone di buona volontà sono state così traumatizzate da questi cambiamenti drammatici che ora sono riluttanti a frequentare la chiesa. Quando vanno in una chiesa modernista, essi non trovano il sacro, il carattere mistico della Chiesa, tutto ciò che è veramente divino. Ciò che conduce a Dio è divino e loro non incontrano più Dio in queste chiese.
Perché dovrebbero recarsi in un luogo dove Dio è assente?
I fedeli percepiscono ciò molto bene e i cardinali liberali e i loro consulenti hanno seriamente sottovalutato la lealtà della maggioranza dei fedeli alla loro vera Fede. Come [altro] si può spiegare che, non appena apriamo una cappella o una chiesa tradizionale, la gente accorre da ogni dove? Abbiamo solo posti in piedi. Le Messe si succedono tutto il giorno per far partecipare tutti i fedeli. Perché? Perché essi ritrovano ciò di cui hanno bisogno: il sacro, il mistico, il rispetto per il sacro. Per esempio, ho assistito in aeroporto a questa scena: diverse persone che non erano lì per incontrare me, accostarsi ai sacerdoti che erano lì per me, stringer loro la mano, ed erano estranei totali! Perché? Perché quando le persone trovano un prete, un vero prete, un prete che si comporta come prete, che veste come un prete, immediatamente sono attirate da lui e lo seguono. Questo accade qui negli Stati Uniti, accade in Europa e dappertutto nel mondo. Gente in strada che va a salutare un sacerdote; vengono dal nulla solo per congratularsi con lui e dirgli come sono contenti di vedere un vero e proprio sacerdote, come sono contenti che ci siano ancora dei preti.
Sta dicendo che l’abito e la tonaca fanno la differenza nella qualità del prete?
Tonache e abbigliamento sono, ovviamente, solo un simbolo, ma è da ciò che questo simbolo rappresenta che le persone sono attirate, non, ovviamente, il simbolo stesso.
Perché voi date tanta importanza ai rituali della Messa Tridentina?
Noi certamente non insistiamo sui rituali solo per motivi di rituale, ma soltanto come simbolo della nostra fede. In tale contesto siamo convinti che sono importanti. Comunque è la sostanza e non i riti della Messa Tridentina che sono stati rimossi (n.d.r.: il Papa Paolo VI, non appena promulgò la nuova Messa, ammise che la Messa tridentina risale al quinto secolo ed oltre, e ha nutrito la fede di innumerevoli santi).
Potrebbe essere più specifico?
Le nuove preghiere dell’Offertorio non esprimono la nozione cattolica del sacrificio. Esse esprimono semplicemente il concetto di una mera condivisione del pane e del vino. Per esempio, la Messa tridentina indirizza a Dio la preghiera: “Accetta, o Padre santo, onnipotente ed eterno Dio, questa Vittima Immacolata che il tuo indegno servitore offre a Te, Dio mio vivo e vero, per fare ammenda dei miei innumerevoli peccati, offese e negligenze”. Dice la nuova Messa: “Noi offriamo questo pane come il pane della vita”. Non c’è nessuna menzione del sacrificio o della vittima. Questo testo è vago e impreciso, si presta all’ambiguità ed è stato pensato perché fosse accettabile per i protestanti. E’, tuttavia, inaccettabile per la vera Fede e la dottrina cattolica. La sostanza è stata cambiata in favore dell’accomodazione e del compromesso.
Perché dà tanta importanza alla Messa latina piuttosto che alla Massa in vernacolo approvata dal Concilio Vaticano II?
Da un lato, questa domanda sul latino nella Messa è una questione secondaria, sotto alcuni punti di vista. Ma da un altro aspetto è una domanda molto importante. È importante perché è un modo per fissare il linguaggio della nostra Fede, il dogma cattolico e la dottrina. È un modo per non cambiare la nostra Fede, perché nelle traduzioni che toccano le parole latine, non si rendono esattamente le verità della nostra Fede, così come espressa ed incarnata nel latino. È davvero molto pericoloso, perché poco a poco si può perdere la Fede stessa. Queste traduzioni non riflettono le parole esatte della Consacrazione. Queste parole risultano cambiate in lingua volgare.
Potrebbe farmi un esempio?
Sì. Per esempio, in lingua volgare si dice che il Preziosissimo Sangue è stato versato “per tutti”, quando nel testo latino (anche l’ultimo testo latino riveduto) si dice che il Preziosissimo Sangue è “per molti” e non “per tutti”. [vedi: Lettera di Benedetto XVI ai vescovi tedeschi] Tutti è certamente diverso da molti. Questo è solo un piccolo esempio che dimostra le imprecisioni delle traduzioni attuali (n.d.r.: molti papi hanno spiegato la differenza di dottrina: “per tutti” significa la sufficienza del Sangue di Cristo per salvare tutti, ma nell’Ultima Cena Egli scelse a buon ragione di dire “per molti”, riferendosi all’efficienza del Suo Sangue Prezioso che, attraverso la Messa, davvero salverà molti, non tutti. Cfr. Catechismo del Concilio di Trento).
Potrebbe citare una traduzione che contraddica effettivamente il dogma cattolico?
Sì. Per esempio, nel testo latino la Vergine Maria è chiamata “Semper Virgo”, “Sempre Vergine”. In tutte le traduzioni moderne la parola “sempre” è stata eliminata. Questo è molto grave, perché c’è una grande differenza tra “Vergine” e “Sempre Vergine”. È molto pericoloso manomettere traduzioni di questo tipo. Il latino è anche importante per mantenere l’unità della Chiesa, perché quando si viaggia, e le persone viaggiano sempre più all’estero oggigiorno, è importante per loro trovare la stessa eco che essi hanno sentito da un sacerdote a casa, sia negli Stati Uniti, Sud America, Europa, o qualsiasi altra parte del mondo. Essi sono a casa in qualsiasi chiesa (cattolica). È la loro Messa cattolica che si sta celebrando. Essi hanno sempre sentito le parole latine sin dall’infanzia, i loro genitori prima di loro sempre e i loro nonni prima di loro. Si tratta di un marchio che identifica la loro Fede. Ora, quando vanno in una chiesa straniera, essi non capiscono una parola. Gli stranieri che vengono qui non capiscono una parola. Qual è il vantaggio di andare ad una Messa in inglese, italiano o spagnolo se nessuno può capire una parola?
Ma la maggior parte di queste persone non capirebbero ancor meno il latino? Qual è la differenza?
La differenza è che il latino della Messa cattolica è sempre stato insegnato tramite l’istruzione religiosa sin dall’infanzia. Sono usciti vari libri sull’argomento. È stato insegnato nel corso dei secoli; non è difficile da ricordare. Il latino è un’espressione esatta che è stata familiare a generazioni di cattolici. Ogni qualvolta si ritrova il latino in una chiesa, immediatamente si crea l’atmosfera corretta per l’adorazione di Dio. Esso è la lingua distintiva della fede cattolica, che unisce tutti i cattolici del mondo, al di là della loro lingua nazionale. Essi non sono disorientati o confusi. Dicono: “Questa è la mia Messa, è la Messa dei miei genitori, è la Messa da seguire, è la Messa di Nostro Signore Gesù Cristo, è la Messa eterna ed immutabile”. Perciò dal punto di vista dell’unità, è un collegamento simbolico molto importante; è un segno d’identità per tutti i cattolici. Ma si tratta di qualcosa di più profondo di un semplice cambio di lingua.  Nello spirito dell’ecumenismo, è un tentativo di creare un riavvicinamento con i protestanti.
Che prove ha di ciò?
È piuttosto evidente, perché c’erano cinque protestanti (n.d.r.: effettivamente sei ministri) che assistettero alla riforma della nostra Liturgia. L’Arcivescovo di Cincinnati, che era presente durante questi lavori, ha detto che non solo questi cinque protestanti erano presenti, ma anche che essi presero una parte molto attiva nei dibattiti e parteciparono direttamente alla riforma della nostra Liturgia.
Chi erano questi protestanti?
Erano ministri protestanti rappresentanti di sette protestanti diverse, i quali furono chiamati da Roma per partecipare alla riforma della nostra Liturgia, il che dimostra chiaramente che vi è stata un’intenzione volontaria in tutto ciò. Essi erano il Dott. George, Canon Jasper, il Dott. Sheperd, il Dott. Smith, il Dott. Koneth e il Dott. Thurian. Mons. Bugnini (n.d.r.: il principale autore della nuova Messa) non nascose questo intento. Egli lo esternò molto chiaramente. Disse: “Noi faremo una Messa ecumenica, così come abbiamo fatto una Bibbia Ecumenica”. Tutti ciò è molto pericoloso perché è la nostra Fede che viene attaccata. Quando un protestante celebra la stessa Messa come facciamo noi, lui interpreta il testo in un modo diverso, perché la sua fede è diversa. Perciò, è una Messa ambigua. È una Messa equivoca. Non è più una Messa cattolica.

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